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Falò - Le pensioni della discordia



Pensioni a rischio

di Marzio Pescia

Oltre 3 mila persone in piazza, per far sentire, forte, la loro voce. In Ticino non succede spesso ed ancora più raro che a manifestare siano dei dipendenti pubblici. Ma gli assicurati attivi della cassa pensione pubblica ticinese sono letteralmente in ebollizione. Il motivo è semplice: le loro rendite rischiano un nuovo taglio del 20% dopo la sostanziosa riduzione già subita una decina di anni fa. Una doppia riduzione che definiscono ingiusta, indiscriminata e massiccia. Perché si è arrivati a una situazione del genere? Di chi sono le responsabilità? E, se esistono, quali sono le possibilità per evitare questa nuova importante sforbiciata sulle rendite pensionistiche di quasi 17 mila persone?


Profondo rosso

di Marzio Pescia

L’Istituto di previdenza del Canton Ticino (IPCT) è la cassa pensioni più in rosso di tutto il paese, un traguardo tutt’altro che lusinghiero per l’IPCT e per le istituzioni del Cantone, Consiglio di Stato e Gran Consiglio. A fine 2022 il suo grado di copertura, elemento che mette a confronto i soldi di cui dispone la cassa con le prestazioni pensionistiche che deve pagare, era soltanto del 63%; il suo disavanzo tecnico ha ormai raggiunto i 3 miliardi di franchi ed è superiore a quello dello Stato del Canton Ticino. Una situazione allarmante che necessita di correttivi sostanziali. Ma come si è finiti in questo pantano? Perché la cassa pubblica ticinese è finanziariamente così in difficoltà? Viaggio nel tempo attraverso tre decenni di politica ticinese alla ricerca delle ragioni che, anno dopo anno, hanno scavato questa voragine miliardaria.


Ospiti in studio: Doris Bianchi, Direttrice Publica, Cassa Pensioni della Confederazione e Pierluigi Balestra, Presidente Consiglio di Fondazione Cassa Pensione EOC

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