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Cosa dice (e cosa non dice) l'IPCT presentando il rapporto di gestione 2021

Nella presentazione del rapporto di gestione 2021, l’IPCT:

· parla di un esercizio positivo.

Il patrimonio – investito in obbligazioni, azioni, immobili - ha generato un rendimento netto del +5,2%.

· lamenta ritardi e forti difficoltà nel percorso di risanamento della cassa.

Nel 2013, il passaggio dal sistema retributivo al sistema contributivo ha determinato una contrazione delle rendite del 20%. A chi aveva più di 50 anni (5000 affiliati) sono state offerte garanzie, per un costo di 690 milioni di CHF. Nel 2021 il governo ha proposto al parlamento di concedere all'istituto un rifinanziamento di 500 milioni a fondo perduto; il parlamento l’ha negato, offrendo 700 milioni sotto forma di prestito;

· nota come la soluzione del prestito di 700 milioni trasferisca alla sola cassa pensioni il rischio degli investimenti.

L'IPCT parla però di volatilità dei mercati; tale volatilità, sommata alla sotto-copertura della cassa e al basso tasso tecnico, non le permette di investire quei 700 milioni;

· annuncia quindi un taglio ineluttabile del tasso di conversione, auspicando però che esso sia accompagnato da necessarie misure “volte, nel complesso, a compensare, o quantomeno a mitigare in maniera sostanziale, gli effetti avversi legati alla riduzione delle future pensioni”.


L'IPCT però:

· da un lato non spiega a chiare lettere che un taglio del tasso di conversione dal 6.17% a, presumibilmente, il 5%, porterebbe a una riduzione delle rendite LPP di circa il 20%.

(Considerando la riforma di circa 10 anni fa (2013), ciò porterebbe ad un -40% di perdita del valore degli averi di vecchiaia: mai visto prima, in nessuna società);

· dall'altro mette le mani avanti, spiegando che eventuali misure di compensazione dovranno essere approvate dal parlamento: "In un’ottica introduttiva, è tuttavia importante rilevare che, la quasi totalità di queste ulteriori 'misure di accompagnamento', come può essere – ad esempio – un eventuale aumento dei contributi (a carico degli assicurati e dei datori di lavoro), ricade, per legge, nella competenza del Gran Consiglio".

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